Osteopatia in ambito muscolo-scheletrico
70 ore di 60 minuti

Docenti: P. De Marco, A. Di Branco, O. Gambardella, M. Melis, M. Giancola, M. Gangemi, Antonio Muredda, A. Carmignani – Osteopati D.O.


 

  • Anatomia particolare del rachide cervicale superiore, richiami di anatomia palpatoria, biomeccanica e fisiologia, test e riduzioni con tecniche dirette, tecniche in energia mucolare (TEM), introduzione al concetto funzionale di Sutherland e Jones, introduzione ai test traslazionali
  • Manovra di esclusione
  • Riduzioni con TEM
  • Tecnica di Sutherland e Jones
  • Cenni introduttivi alle connessioni con la vista e la masticazione
  • Correlazione con il sistema durale e con le aree visivi primarie e secondarie
  • Rachide lombare: tecniche "leva corta"in lumbar roll in rotazione, in sede bending, tecnica chiropratica
  • Articolazione sacro-iliaca: tecnica di rumball roll, test di valutazione chiropratica
  • Tecniche sui tessuti molli

Colonna vertebrale:

Rachide dorsale: tecniche “leva lunga”. Particolare attenzione all’utilizzo di tecniche che seguano la fisiologia del distretto, in particolare per le costole, in rapporto alla condizione clinica/patologica locale, sostanzialmente tecniche in trazione, non in compressione. Sul rachide dorsale: tecnica in DOG, articolatoria, sui tessuti molli. Sul rachide cervicale: tecniche in “cradle “ ed in “chin “. Tecniche applicate alle zone cerniera: occipite /C1, C7/D1, D12/L1/L2.

Rachide cervicale: tecniche “leva lunga”. Nelle tecniche proposte a questo livello si pone l’accento sul loro minimo utilizzo. Lo studente viene addestrato ad usare le tecniche a impulso sidebending/rotazione solo se strettamente necessario, comunque sempre dopo aver condotto un’anamnesi completa e rigorosa. Vengono mostrati protocolli completi di lavoro sui tessuti molli del collo ed in particolare a livello sottoccipitale allo scopo di ridurre numero e ampiezza delle tecniche osteopatiche su questa zona.

Tecniche  “leva corta”: con componenti multiple. Presentazione di tecniche che mirano alla conservazione e a ridurre al minimo gli effetti collaterali per il paziente, che potrà così continuare a beneficiare degli effetti della tecnica osteopatica senza particolare disagio. Il professionista cauto potrà approcciarsi con sicurezza, integrando quanto qui esposto nel suo bagaglio terapeutico. Si applicheranno le forze in direzioni ben precise, introducendo prima dell’impulso finale una o più componenti che possano ridurre la necessità di serrare eccessivamente l’articolazione evitando inutili stress ai tessuti della capsula.

Tecniche a leva corta: concetti base approccio  strutturale a leva corta  • focussing, leva primaria, leva secondaria, body drop e barriera artificiale • applicatore, stabilizzatore, set up paziente ed operatore • differenza tra fissazione articolare e disfunzione osteopatica classica  • modello diagnostico qualitativo e quantitativo • rachide lombare: diagnosi, impulso in rotazione, impulso in side bending, approccio differenziato alle giunzioni lombo-sacrale e dorso-lombare • tecnica hvla chiropratica, tecniche sui soft tissues • Articolazione sacro iliaca: diagnosi, test chiropratico DPLC, concetto anglosassone della disfunzione iliaca e sacrale • tecniche hvla sul sacro, tecniche hvla sull' iliaco, tecniche sui soft tissues • rachide dorsale: springing test, diagnosi, dog tecnique con differenziazione sulle zone cerniera, tecnica sui soft tissue  • rachide cervicale: diagnosi, impulso in rotazione, impulso in side bending, concetto di compressione e di squeezing, tecnica sui soft tissues  • cerniera cervico dorsale: tecnica "a cesoia", concetto di bowing, tecniche hvla • cerniera cranio cervicale: diagnosi, tecnica hvla per C0, tecnica hvla per C1

 

 


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